Siamo state a Praga al Congresso ICM. 3800 donne chiuse per 4 giorni nello stesso luogo, a discutere, condividere, confrontarsi. Non capita tutti i giorni, si respira una bella energia. Siamo state partecipi attive di diverse sessioni, sia nella discussione sia nella presentazione di lavori italiani. La cosa più emozionante, parlo per me, é stato vedere le nostre giovani dottorande presentare i propri lavori, ma di questo vi racconteremo in un altro post dedicato alla new wave, la nuova ondata delle giovani ostetriche ricercatrici in Italia e all'estero. Proviamo qui a fare una sintesi delle cose che possono essere utili, soprattutto riportando i concetti-chiave e i documenti che sono stati discussi.
--// I NUMERI DEL CONGRESSO //--
3800 ostetriche partecipantiProvenienza: tutto il mondo
Il più alto numero di
studentesse mai registrato
Colore dominante fuxia; un po’
stereotipato
ma tutto sommato non ci é dispiaciuto
La Vice Presidente dell’ICM, Debrah Lewis,
ha presentato i numeri dell’ICM e le decisioni relative all’organizzazione del
Congresso. L’ICM rappresenta e lavora
per potenziare le associazioni di ostetriche nel mondo. Attualmente 116
associazioni sono iscritte, da 102 Paesi per una rappresentanza complessiva di
oltre 300 mila ostetriche a livello mondiale.
Nella visione dell’ICM, nel mondo ogni
donna nel percorso nascita ha accesso alle cure di un’ostetrica, per se stessa e
per il proprio bambino. L’accompagnamento da donna a donna si sviluppa in tutte
le fasi della vita.
Determinanti di
salute e accesso alle cure: cosa conta veramente?
Lezione magistrale di Lisa Kane Low, Professore Associato,
Coordinator Nurse Midwifery Education Program dell’University of Michigan
School of Nursing.
La salute va oltre l’assistenza sanitaria: le condizioni
sociali sono altrettanto importanti per la nostra salute dell’accesso alle cure
e i luoghi dove una donna vive, studia, lavora e gioca hanno un impatto
determinante su di lei e sui suoi bambini, ben al di là del semplice accesso ai
servizi sanitari. Il richiamo alla dichiarazione di Alma Ata,
seppure non esplicito, è evidente. Cita un recente documento, “Inequality matters”,
il report delle Nazioni Unite 2013 sulla situazione sociale nel mondo, e il
testo “Tackling health inequalities”,
che mette a confronto le diseguaglianze emergenti in sette Paesi ad alto
reddito (USA, Australia, UK, Canada, Finlandia, Norvegia e Svezia) e analizza i
diversi approcci per la riduzione dei problemi di salute evitabili. La Kane sottolinea che, per quanto riguarda il percorso
della nascita, al momento viene prestata un’assistenza frammentata, mentre la
salute (intesa come “care” ed estesa ai diversi ambiti della vita) dovrebbe
essere dove essere promossa là dove le donne crescono, vivono, lavorano e
invecchiano. Richiama alla necessità di un approccio alla salute basato sulla continuità e sulla comunità, la community-based care, sottolineando la differenza tra accesso e accessibilità.
Un altro
spunto di riflessione riguarda l’uso della tecnologia nell'assistenza. La
domanda che pone Kate è “Qual è la giusta quantità di tecnologia che dovrebbe
essere disponibile?”. Non è solo una questione di accessibilità, ma di
accettabilità, come sottolineato anche dalla Strategia Globale per la salute delle donne e dei bambini. La necessità di definire un modello d’uso della tecnologia è una
sfida globale: aumentano gli interventi chirurgici nella nascita, la tecnologia
nei servizi di maternità è applicata in modo inappropriato, esiste il doppio
problema del sovra e sotto utilizzo.
La
Kane conclude con una metafora, ripresa da diversi altri relatori, quella della
sabbiera, intesta come quell’angolo delle aree giochi per bambini dove si gioca
insieme con la sabbia. La cura (care) dev’essere collaborativa
e interprofessionale. Cita tutte le figure, professionali e di sostegno, che gravitano
intorno alla salute della donna e del bambino. Siamo tutti cresciuti e stiamo
tutti giocando nella stessa sabbiera; questo, secondo la Kane, dovrebbe
ricordarci che la collaborazione nell’interesse della salute viene prima di
qualsiasi altra cosa.
Stay tuned... a breve altri racconti da Praga...
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