Nel
2013 potrebbe sembrare superato disquisire ancora di Evidence-Based Medicine (EBM),
Evidence-Based Obstetrics (EBO) ed Evidence-Based Midwifery (EBMid), ma se
consideriamo le numerose notizie di cronaca all’ordine del giorno denuncianti
casi di malasanità in ambito ostetrico, sorge spontaneo ricordare Cochrane e il
“cucchiaio di legno” che conferì all’ostetricia oltre 30 anni fa. Sicuramente
da allora sono stati compiuti molti progressi, tuttavia sia in alcune realtà italiane
che internazionali durante il parto si fa ancora uso di pratiche inappropriate
come episiotomia di routine, posizioni forzate, manovra di kristeller o
separazione di madre e bambino alla nascita.
Sono stati identificati numerosi vincoli
professionali, organizzativi e relazionali che impediscono a professionisti, ma
anche a studenti, di erogare un’assistenza basata sulle prove di efficacia. Alcuni
autori hanno riscontrato incongruenze tra ciò che viene insegnato
all’università e ciò che si riscontra nella pratica clinica del tirocinio; tale gap
crea difficoltà all’applicazione dell’EBM nella pratica clinica.
Gli studenti ritengono di non avere la
possibilità di assistere in modo diverso dai loro tutor, bensì considerano più
facile assistere secondo le routine e le tradizioni praticate da questi ultimi
perché un simile atteggiamento è importante per socializzare
con il gruppo professionale. Inoltre, numerosi studi confermano che tutte le
esperienze, sia positive che negative, di lavorare con modelli di ruolo abbiano
un impatto significativo sull’apprendimento degli studenti, pertanto potremmo ipotizzare
che ciò si verifichi anche per l’apprendimento della pratica basata su evidenze
scientifiche.
Lo scopo di questo studio descrittivo
correlazionale è di descrivere e comparare le conoscenze, le competenze percepite, gli
atteggiamenti e le pratiche delle studentesse di ostetricia e delle ostetriche
in merito alle evidenze scientifiche.
Hanno partecipato all’indagine ostetriche
(n=109) in servizio presso 5 punti nascita di Roma e provincia e studentesse
(n=87) iscritte al 3° anno del Corso di Laurea in Ostetricia in 6 sedi
didattiche della Regione Lazio. È stato costruito ed utilizzato un questionario
strutturato, che nella versione-studentesse conteneva inoltre item di
conoscenza delle procedure assistenziali evidence-based nel parto fisiologico
secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
I risultati mostrano atteggiamenti positivi verso l’uso delle evidenze scientifiche per
migliorare la pratica clinica. Il ruolo di ostetrica si associa negativamente alle
competenze relative all’uso del computer, all’uso di internet per ricercare la
letteratura scientifica, alla capacità di trovare l’informazione che serve per
la pratica clinica, alla capacità di
leggere un articolo scientifico in lingua inglese, alla capacità di raccogliere e usare i dati
per valutare il proprio lavoro. Questo trend potrebbe essere dovuto alla
giovane età delle studentesse e quindi alla loro maggiore dimestichezza con il
computer, le lingue e la statistica.
In merito alle fonti da cui si ricavano
le evidenze per orientare le pratiche
professionali, il ruolo di ostetrica si associa positivamente all’esperienza e
alle colleghe, mentre le studentesse tendono a fare riferimento alle docenti
ostetriche e alle tutor ostetriche di tirocinio.
Le studentesse e le ostetriche hanno
simili conoscenze sulle evidenze
scientifiche (60% vs 55%).
Per quanto riguarda le conoscenze delle
studentesse sulle evidenze scientifiche nelle procedure assistenziali nel parto
fisiologico, si rilevano lacune soprattutto in merito alla cardiotocografia in
continuo e alla gestione del perineo nel secondo stadio del travaglio.
Oltre che “cuore e mani”, una buona
pratica ostetrica richiede un regolare aggiornamento sulle migliori evidenze
scientifiche disponibili. Più che una specifica disciplina, la formazione sull’evidence-based
midwifery dovrebbe essere trasversale nei curricula universitari e nei
programmi di Educazione Continua in Medicina. Garantire buoni curricula
universitari alle nuove generazioni di ostetriche sembra improduttivo se i
modelli di pratica, le ostetriche, non si avvalgono delle evidenze scientifiche
nella pratica clinica quotidiana.
Relazione presentata al Congresso ICM Praga 2014.
Autrici: Sofia Colaceci & Angela Giusti.
"Evidence based Midwifery as a tool to improve professional practice: knowledge, attitudes and practice of midwives in Rome"
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